LE CORRENTI


La corrente elettrica è determinata dallo spostamento di cariche elettriche (elettroni, ioni) all’interno di un corpo. Nei solidi, e in particolare nei metalli le cariche elettriche che fungono da “portatori di corrente” sono gli elettroni, dotati di carica negativa e praticamente senza massa; nei liquidi e nei gas i portatori di carica sono gli ioni (anioni, carichi negativamente, e cationi, carichi positivamente), cioè atomi o gruppi di atomi dotati di carica elettrica e di massa relativamente grande. Dal punto di vista applicativo si usano distinguere le correnti elettriche in continue e variabili o alternate, le une caratterizzate da intensità e direzioni costanti nel tempo
le altre da intensità e direzione variabili nel tempo
La corrente variabile o alternata ha importanza fondamentale per le applicazioni industriali, perché può essere prodotta, trasmessa e utilizzata in modo più semplice ed economico della corrente continua. Quando si parla di corrente alternata occorre anche analizzare vari parametri, in quanto al variare di questi variano gli effetti biologici. Tra i parametri più importanti ricordiamo:

1) la frequenza
2) la forma d’onda



La frequenza

Per comprendere il concetto di frequenza bisogna prima chiarire quello di periodo. Il periodo è il tempo che la corrente impiega a compiere un’onda completa.
Il numero di periodi che la corrente descrive in un secondo definisce la frequenza, ovvero quante volte la corrente compie un’onda completa in un secondo. La frequenza viene misurata in Hertz (Hz). Un Hertz, quindi, corrisponde ad un periodo al secondo; pertanto una corrente a 50 Hz. corrisponde a 50 periodi al secondo, una a 100 Hz corrisponde a 100 periodi al secondo.



Forma d’onda

La forma dell’onda, ovvero il modo con cui la corrente varia di intensità, può cambiare molto e va scelta in funzione delle strutture o parti del corpo che si intende stimolare. Ad esempio, se si ha necessità di ottenere una contrazione muscolare, efficace su muscoli normalmente innervati, è opportuno preferire correnti con rapide e brevi variazioni di intensità per sfuggire ai fenomeni di accomodazione neuro-muscolari. Se, invece, bisogna contrarre muscoli denervati è opportuno ricorrere a correnti selettive in cui la risalità è meno rapida e l’onda dura di più (correnti esponenziali e trapezoidali)
Se il risultato da perseguire è quello di ottenere effetti trofici (cioè aumento della massa muscolare), antiedemigeni, con aumento del metabolismo locale, sono da preferirsi le correnti diadinamiche.

Le correnti diadinamiche

Le correnti diadinamiche sono caratterizzate da una forma d’onda con risalita e discesa di tipo parabolico lento, con modificazioni ritmiche della frequenza e/o dell’ampiezza
Questo tipo di corrente ha una maggiore efficacia in quanto, come tutte le correnti unidirezionali, permette lo spostamento di ioni. La particolare conformazione dell’onda, poi, conferisce una zona di attività (quella compresa fra il limite inferiore di soglia di intensità e quello superiore di intollerabilità) assai ampia. Le correnti diadinamiche, inoltre, sviluppano una qualità di calore, superiore a quella di altre onde di tipo impulsivo, che esplica una moderata azione di ipervascolarizzazione, con effetti trofici e metabolici. Esse ha inoltre effetti sulla ripolarizzazione delle membrane cellulari. La membrana cellulare, in maniera molto schematica, può essere considerata costituita da un doppio strato di fosfolipidi, con inserimenti di molecole proteiche, in diverse zone della membrana.


Schema di membrana secondo il modello proposto da Singer e Nicolson.

I Fosfolipidi sono disposti in doppio strato e le proteine in varia maniera sia nello spessore della membrana che alla superficie di essa
I fosfolipidi presentano una estremità polare, idrofila (che assorbe acqua/liquidi), che si affaccia sui versanti interni ed esterni della membrana e delle catene idrofobe, di acidi grassi, che interagiscono tra loro formando lo strato interno della membrana.
La membrana da un punto di vista elettrico presenta una tipica differenza di potenziale tra il versante interno (negativo) e quello esterno (positivo), che può arrivare ad 80-90 mV per alcuni tipi di cellule, dovuta essenzialmente ad una differente concentrazione di ioni sulle due facce. Quando si verifica una alterazione nel normale metabolismo cellulare si assiste ad uno squilibrio ionico, con alterazione del potenziale di membrana. Le correnti diadinamiche agiscono sulle membrane cellulari alterate, favorendo il ripristino dei legami tra fosfolipidi ed il ritorno ad un normale potenziale di membrana, quindi ai normali cicli metabolici della cellula. Questi effetti si ripercuotono favorevolmente sulla mobilità degli scambi idrici tra la cellula ed ambiente esterno, con migrazione dell’acqua in eccesso dei tessuti edematosi (elettrosmosi). Tale effetto è particolarmente valido con le correnti diadinamiche in cui le variazioni di frequenza impediscono fenomeni di adattamento. Sono inoltre coinvolti vari meccanismi quali: a) modificazione dello stato di polarizzazione delle cellule nervose b) liberazione, a livello encefalico, di sostanze endogene ad azione simile alla morfina c) stimolazione delle fibre muscolari di tipo “ A “ (di grosso calibro), con azione inibitrice sugli stimoli dolorosi con un meccanismo fisiologico denominato gate-control d) azione antiedematosa, decompressiva, su nervi e terminazioni nervose e) allontanamento delle scorie metaboliche
Possiamo quindi affermare che il ripristino di condizioni favorevoli a livello cellulare e tissutale è legato all’aumento degli scambi nei tessuti stessi, favoriti da un maggior apporto nutritivo ed aumentato drenaggio, da una migliorata ripartizione ionica ed idrica, dai micromassaggi connettivali per azione sulle cellule eccitabili e sulle molecole polari.
L’uso di adatte frequenze non può, quindi, che esaltare l’azione eutrofica delle correnti diadinamiche.
In particolare possiamo così schematizzare:

corrente a 50 Hz. : ha spiccata azione motoria
potere analgesico di lunga durata
non aumenta la conducibilità cutanea

è quindi da usare soprattutto come corrente “stimolante”

corrente a 100 Hz. : ha scarsa azione motoria
forte potere analgesico ma di breve durata
aumento della conducibilità cutanea

è quindi da usare come corrente “inibitrice”

Un trattamento a 50 Hz. + 100 Hz. somma gli effetti delle due correnti, non induce adattamento e dà una buona riduzione degli edemi.